La musica etnica generalmente si distingue per un forte carattere personale, dato appunto dall'impronta che un popolo di un determinato luogo le ha dato nel corso degli anni. Nel caso della musica ebraica il discorso si complica e si fa più interessante, in quanto, come si sa, dalla diaspora in poi gli ebrei sono stati popolo errante. Così se da un lato la loro musica si è arricchita delle influenze dei diversi luoghi di insediamento (pensiamo ai diversi elementi iberici, arabi, andalusi, turchi e balcanici che confluiscono nel filone sefardita, o, nel caso della musica klezmer, alla lingua yiddish, mescolanza tra ebraico e tedesco antico) dall'altro proprio la condizione d'isolamento di molte comunità ed il senso di appartenenza a una forte tradizione storico-religiosa hanno contribuito a mantenere vivi alcuni caratteri peculiari della musica tradizionale. Ciò è evidente anche nella vasta produzione proveniente dai campi di concentramento, nei quali i compositori, molti dei quali provenienti dalla migliore scuola colta dell'epoca, hanno inevitabilmente marcato la propria opera con colori e tematiche della propria tradizione, dando vita ad un linguaggio nuovo ed intenso. In questo percorso musicale il jazz si mostra come ottimo contenitore e veicolo di una tanto variopinta scena musicale, tracciando un denominatore comune dei brani attinti dalla tradizione klezmer o sefardita e di quelli della produzione concentrazionale.


CONCERTO SINAGOGA EBRAICA DI NAPOLI


GIUGNO 2014


CONCERTO CENTRO EL BORN


BARCELLONA 2014